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Intensamente Coccolati Onlus

Mamma che fatica la notte!

20/4/2016

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“Laura che piacere vederti! Ti trovo in splendida forma….e guarda Alice, è proprio un angioletto, così tranquilla….” “Ciao Maddalena, grazie dei complimenti! Di giorno è veramente un angioletto, mangia e poi si addormenta serena. La notte invece è ancora molto faticosa, dorme pochissimo, è sempre sveglia…. ”Ma cara, non sarà per caso che questa bambina ha invertito il giorno con la notte??” “Non saprei Maddalena…e poi sai, quando di notte la prendo in braccio si calma e si addormenta; ma come provo a rimetterla nella culla si sveglia e piange come una disperata fino a che non la riprendo in braccio. Non so proprio cosa fare…” “Ecco Laura qual è il problema, questa bambina è viziata, non te ne rendi conto?”Laura non è convinta di queste affermazioni ma annuisce all’amica esperta  e la saluta allontanandosi perplessa “Possibile che la mia bimba di pochi giorni abbia già tutti questi caratteri negativi?!?”
Sarà capitato a molti neo-genitori, e anche non-ancora genitori, di assistere ad una conversazione di questo tipo concludendo con un po’ di dispiacere di non essere forse capaci a capire il proprio bambino.
Siamo sicuri che la spiegazione dell’agitazione notturna di Alice, e di tanti neonati come lei, sia corretta?
Durante la vita intrauterina è possibile affermare che per il bambino è come se fosse sempre giorno: sente il battito cardiaco della mamma, il suono della sua respirazione, i rumori intestinali. E’ al caldo con una temperatura costante di 36-37°C; è contenuto dalle pareti dell’utero come fosse una carezza continua e non è quasi mai fermo perché ogni piccolo movimento della mamma è per lui uno stimolo. In utero il bambino sente e conosce a livello sensoriale tutto ciò che riguarda la sua mamma.
Con la nascita deve riorganizzarsi e soprattutto imparare a conoscere la nuova routine quotidiana. Di giorno è più semplice perché gli stimoli sono molti: rumori, luci, suoni, coccole e carezze delle persone che lo vengono a trovare…non è come essere ancora nella pancia della mamma ma l’impressione è molto simile.
La notte invece è una grande novità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che “il bambino condivida una stanza con i genitori almeno per i primi 6 mesi, visto che questo aiuta l’allattamento al seno e protegge i bambini dalla morte in culla”. L’OMS continua poi affermando che “Il posto più sicuro per un bambino è dormire in culla vicino al letto dei genitori”.
La culla però per il neonato è decisamente grande, fredda, non profuma di mamma e soprattutto il silenzio della notte è una realtà assolutamente sconosciuta. “Se non ci sono rumori vuol dire che non c’è nessuno nei paraggi in grado di prendersi cura di me..-pensa Alice-…e questo mi fa paura perché io non sono in grado di far fronte da sola ai miei bisogni…allora mi spavento e piango così che qualcuno accorra in  mio aiuto.”
Quando il genitore accorre. frequentemente il neonato si tranquillizza perché ritrova le certezze che già aveva acquisito. Le braccia dell’adulto sono per il neonato la prolunga dell’utero, rappresentano contenimento e offrono contatto e sicurezza; elementi che gli permettono di soddisfare i suoi bisogni e affrontare le nuove esperienze sentendosi protetto come durante la vita intrauterina.
I bisogni del neonato rispondono all’istinto di sopravvivenza. Oltre al bisogno di protezione e contenimento, c’è anche la fame e se il neonato non ha la mamma vicina che lo allatta non ha modo di procurarsi il cibo. Quindi, il risveglio notturno, soprattutto per il neonato allattato al seno, diventa anche l’occasione per assumere pasti con maggior frequenza poiché la suzione è consolatoria e rilassante.
E’ stato studiato che più si è presenti con il neonato in questi primi faticosi momenti, più facilmente lui impara a conoscere l’ambiente circostante riducendo le paure.
Il neonato non è un “bambino viziato” ma più semplicemente ha bisogno di essere afferrato per mano e accompagnato dai genitori nella scoperta e nella conoscenza di se stesso e dell’ambiente. Gli adulti hanno anch’essi bisogno di capire e conoscere “come funziona” il bambino e la nuova vita da genitore.
Capire e farsi capire è faticoso per tutti, mamma papà e bambino, ma insieme crescerete!…e allora forse la mamma di Alice non conosceva ancora benissimo la sua bimba ma aveva capito di cosa poteva avere bisogno.


Ost. Irene Lanzone

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